Ci sono parole che conquistano in fretta il linguaggio della cosmesi: suonano innovative, promettono rivoluzioni, seducono.
“Esosomi” è una di queste.
Ma è davvero la chiave per la rigenerazione cellulare? Oppure è solo l’ennesimo slogan ben confezionato?
In Halos ci siamo posti questa domanda. E, come sempre, abbiamo scelto di approfondire, studiare, ascoltare la scienza prima delle mode.
COSA SONO DAVVERO GLI ESOSOMI?
Immagina delle micro-bottiglie, invisibili a occhio nudo, che trasportano messaggi da una cellula all’altra. Questo sono gli esosomi: piccolissime vescicole rilasciate dalle cellule viventi, contenenti microRNA, proteine, enzimi, lipidi.
Nel corpo umano, sono strumenti raffinati di comunicazione intercellulare.
In ambito medico, vengono studiati (soprattutto se derivati da cellule umane) per applicazioni rigenerative, immunologiche, persino oncologiche.
Il loro potenziale è reale. Ma solo in condizioni controllate, cliniche, e con standard rigorosi.
E NELLA COSMESI? LE COSE CAMBIANO
Nei prodotti in commercio si trovano solo esosomi vegetali, ricavati da rose, centella asiatica, aloe vera o tè verde. Suonano naturali, gentili, promettenti, peccato che:
Il messaggio contenuto in un esosoma vegetale è biologicamente decifrabile solo da una pianta. La cellula umana non “parla” quella lingua.
Queste micro-vescicole sono fragili: il pH di una crema, il calore, il tempo, il packaging possono degradarle prima ancora che arrivino sulla pelle.
Non esiste ad oggi alcuno studio clinico che dimostri che gli esosomi vegetali, applicati topicamente, siano efficaci o rigeneranti.
LA SCIENZA PRIMA DEL CLAMORE
Numerose rassegne scientifiche (pubblicate su MDPI, PubMed Central, Frontiers in Plant Science e altri) confermano che:
La stabilità degli esosomi vegetali è estremamente limitata: senza crioconservazione, si degradano.
Non esistono protocolli condivisi né standard produttivi certi.
Gli studi più promettenti riguardano esosomi umani applicati in contesti medici, non certo una crema venduta online o una fiala da cabina estetica. Nel mondo della bellezza serve attenzione: una cosa è l’effetto percepito, un’altra è l’efficacia documentata.
LE VODI DI CHI STUDIA DAVVERO
Antonino Di Pietro, dermatologo: “Gli esosomi vegetali non servono a nulla: portano messaggi per fabbricare foglie e fiori. Le cellule umane non li capiscono.”
Gianfranco Bono, biologo cosmetologo: “Sono vescicole fragili. È improbabile che sopravvivano all’interno di un cosmetico. E ancor più improbabile che funzionino.”
Umberto Borellini, farmacista e cosmetologo e Gisberto Caccia, chimico farmaceutico e cosmetologo: “Usarli con laser o dermaroller? Poco credibile. La cute infiammata non è il luogo ideale per accogliere messaggeri instabili.”
E A LIVELLO NORMATIVO?
In Europa, il Regolamento CE 1223/2009 non consente l’uso di esosomi umani nei cosmetici. Solo quelli di origine vegetale sono ammessi.
Nessuna autorità regolatoria (né FDA, né EMA, né AIFA) autorizza l’uso intradermico o l’attribuzione di effetti clinici agli esosomi vegetali.
I claim che promettono “rigenerazione profonda” o “attivazione cellulare” sono fuorvianti, e spesso privi di fonti verificabili.
SCEGLIERE CON COSCIENZA
Il nostro invito è sempre lo stesso: non seguire la moda, ascolta la pelle.
Non lasciarti abbagliare da un nome suggestivo o da un effetto wow momentaneo.
La bellezza vera è una relazione di fiducia con ciò che applichi ogni giorno.
In Halos crediamo in una skincare ispirata dalla natura e guidata dalla scienza.
Non rincorriamo i trend: li analizziamo, li testiamo, li superiamo perché la pelle merita verità, non illusioni.
Fonti consultate
Le informazioni contenute in questo articolo sono tratte da rassegne scientifiche peer-reviewed (MDPI, Frontiers in Plant Science, PubMed Central, Journal of Clinical and Aesthetic Dermatology), dalle normative europee CE 1223/2009, da fonti regolatorie come FDA e EMA, e dalle opinioni di esperti italiani riconosciuti nel campo dermatologico e cosmetologico.